Castelfranco Emilia, o meglio, il Borgo Franco dei tempi che furono, non è solo un luogo, ma un pezzo di storia sospeso tra passato e presente. Suo anno di fondazione? Qui si scatena un piccolo mistero storico.
Le origini del Borgo Franco: una fondazione tra mito e realtà
Per Leandro Alberti era il 1224, mentre Alessandro Bacchi punta al 1226. Comunque sia, siamo nei dintorni di quegli anni in cui Bologna prese l’iniziativa di trasformare il territorio in qualcosa di più di un semplice confine.
Le mura, possenti e strategiche, abbracciavano le odierne vie circondarie. Per chi passeggia distrattamente nella moderna piazza Aldo Moro, forse sfugge che proprio lì, sotto i piedi, dormono le fondamenta della storia:
resti delle mura riemersi durante la costruzione della piazza, ancora visibili oggi per i più curiosi. Un vero e proprio viaggio nel tempo, no?
Ma non è solo questione di pietre e mattoni. Il Borgo Franco non era un villaggio come tanti, ma un avamposto cruciale. Bologna, con il suo ingegno e il suo occhio lungo, concesse speciali agevolazioni fiscali agli abitanti.
Un premio, certo, ma anche una strategia: Castelfranco Emilia doveva essere un baluardo politico e geografico, una sentinella contro la vicina, e non sempre amichevole, Modena.
E così, tra battaglie e assedi, Castelfranco Emilia continua a scrivere la sua storia con il sangue e la polvere delle alterne vicende.
Battaglie e assedi medievali: il cuore conteso di Castelfranco Emilia
Dal 1322 al 1325, i modenesi, con l'appoggio dei Visconti, si prendono la scena, mantenendo il controllo fino al 1361.
Una danza di potere che segue il ritmo delle alleanze e dei conflitti di quell’epoca turbolenta.
Ma gli anni avanzano, e il 1434 segna un momento esplosivo: una compagnia audace, capitanata da Brandolino Conte Brandolini e dal celebre Gattamelata, espugna
Castelfranco. E se questo non bastasse a scaldare gli animi, nel 1443 arriva l’assedio, portato da Niccolò Piccinino e Luigi dal Verme. Castelfranco Emilia, però, resiste, mostrando la tempra di una comunità che sa come stringere i denti e restare ferma sul proprio territorio.
Infine, il 27 ottobre 1542, arriva il riconoscimento tanto atteso. Il senato di Bologna ufficializza la nascita del comune di Castelfranco Emilia, un momento solenne che dona al paese il diritto di adottare il suo stemma attuale, con la rocca.
Il riconoscimento ufficiale: la nascita del comune nel 1542
Da semplice borgo a comune, Castelfranco Emilia scrive un altro capitolo importante della sua storia. E così, Castelfranco Emilia continua il suo viaggio attraverso i secoli, intrecciando politica, guerra e cambiamenti epocali.
Nel 1506, insieme a Bologna, entra sotto il controllo dello Stato Pontificio, distinguendosi come l'unico paese dell'attuale Provincia di Modena a non far parte dell'ex Ducato di Modena e Reggio.
Sotto lo Stato Pontificio: quattro secoli di dominio
Un dominio che si estende senza interruzioni fino al 1796, quando le truppe di Napoleone irrompono sulla scena, segnando l'inizio di una nuova era.
Il 1859 porta un cambiamento definitivo: Castelfranco Emilia viene annessa al Regno d'Italia, un passo cruciale nella storia del paese.
Dall’Unità d’Italia alla provincia di Modena: nuovi orizzonti geopolitici
Ma non finisce qui. Nel 1929, il comune viene distaccato dalla provincia di Bologna e aggregato a quella di Modena, un altro tassello che ridefinisce la sua identità geografica e amministrativa.
Arriviamo al 22 aprile 1945, un giorno che segna la liberazione dalle forze di occupazione nazifasciste.
La Seconda Guerra Mondiale e il dramma della liberazione
Tuttavia, i mesi successivi sono macchiati da violenze e tensioni: bande di partigiani comunisti si rendono protagoniste di uccisioni che coinvolgono ex membri del Partito Fascista, civili e sacerdoti cattolici. Un periodo oscuro che lascia un segno indelebile nella memoria collettiva.
Castelfranco Emilia continua a intrecciare nella sua storia episodi significativi e dolorosi. L'espressione "triangolo della morte" si riferisce al capoluogo e alle sue frazioni, Manzolino e Piumazzo, teatri di eventi drammatici nel dopoguerra. I responsabili delle esecuzioni, esclusi dai benefici dell'amnistia Togliatti, trovarono rifugio oltre la Cortina di Ferro, sfuggendo alle conseguenze delle loro azioni.
Manzolino, una frazione che porta con sé il sacrificio dei Fratelli Moscardini, quattro giovani caduti durante la Guerra di liberazione.
Manzolino, Piumazzo e il triangolo della morte: una memoria dolorosa
Piumazzo, invece, si distingue come la residenza dello storico Valerio Massimo Manfredi, figura importante nel panorama culturale contemporaneo. Nel paesaggio tra Modena e Castelfranco Emilia si inserisce Gaggio di Piano, arricchendo il quadro di frazioni che compongono la zona.
Un capitolo più recente della storia del comune si scrive nel 1997, quando Castelfranco Emilia si gemella con il comune bavarese di Marktredwitz, instaurando un legame internazionale che riflette una volontà di apertura e collaborazione.
Un legame internazionale: il gemellaggio con Marktredwitz
Nel novembre del 2005, Castelfranco Emilia aggiunge un altro importante capitolo alla sua storia, ricevendo la Medaglia d'Argento al Valore Civile.
Onore e riconoscimenti: dalla Medaglia d’Argento al titolo di città
Questo riconoscimento commemorativo arriva in occasione del sessantunesimo anniversario dell'orribile tragedia che vide l'uccisione di 11 cittadini da parte di soldati tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Un gesto che sottolinea il sacrificio e il coraggio della comunità in uno dei momenti più bui della sua storia.
Ma il prestigio non si ferma qui. Nel 2006, Castelfranco Emilia ottiene ufficialmente il titolo di "Città di Castelfranco Emilia", conferito dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un riconoscimento che celebra l'evoluzione del comune, ora elevato al rango di città, e che riflette l'importanza storica, culturale e sociale che Castelfranco Emilia ha saputo costruire nel corso dei secoli.
Riflessioni sul Passato: Castelfranco Emilia e il Prezzo di ogni Conquista
E allora, che cosa ci resta da questa camminata virtuale attraverso i secoli di Castelfranco Emilia? Non solo una serie di date, battaglie e riconoscimenti, ma qualcosa di più profondo: la consapevolezza che ogni pietra, ogni passo e ogni angolo di questo luogo è intriso di storie che meritano di essere ascoltate.
Pensiamoci un attimo. Quante volte attraversiamo luoghi familiari senza realmente vedere ciò che si cela sotto il tappeto che calpestiamo?
Le mura che hanno difeso un borgo. Le vite che hanno resistito alle invasioni. Le mani che hanno costruito con sacrificio ciò che oggi diamo per scontato.
Castelfranco Emilia non è solo una città, è una testimonianza del fatto che ogni conquista ha un prezzo. Un prezzo pagato da persone vere, con sogni e speranze, che hanno lasciato impronte indelebili nella terra che ora chiamiamo casa.
Questo è un invito. Un invito a fermarsi, a riflettere, a vedere oltre il presente. La storia, quella vera, vive sotto di noi, accanto a noi, dentro di noi. Non lasciamola cadere nell’oblio.
Camminiamo per Castelfranco Emilia con occhi nuovi, con il cuore aperto. Perché ciò che appare come un semplice borgo è, in realtà, un mosaico fatto di resistenza, coraggio e memoria. Ogni pietra racconta una storia.
Ogni conquista è un promemoria di ciò che significa davvero costruire qualcosa che duri.
E tu, lettore, cosa vedi la prossima volta che camminerai per la tua città? Io so cosa vedrò: un passato che mi spinge ad apprezzare ancora di più il presente. E magari, chissà, a sognare un futuro in cui la storia continua a essere raccontata, vissuta, rispettata.